GLI ARBOREA SI IMPADRONISCONO DI DECIMOMANNU

 

Tra i molti eventi accaduti a Decimo, uno assume notevole importanza. Dopo Lutocisterna il paese fu affidato ai Donoratico della Gherardesca con una parte del regno che corrispondeva circa, alla curatoria . I Donoratico diedero segno di equilibrio più che di attaccamento agli Aragonesi. Re Pietro IV aveva molta fiducia nei Donoratico , li riteneva responsabili e fedeli, tanto che in trent’anni dalla conquista di Castel di Castro, ebbero notevoli benefici ed andarono sempre più impinguando i loro feudi.

Nella primissima metà del XIV secolo la politica in Sardegna subì dei cambiamenti. Gli Arborea  con Mariano IV avviarono un moto di modernizzazione. La situazione statica di sfruttamento degli Aragonesi aveva seminato molto malcontento. Il concetto, l’idea della “Nacion Sardesca” si concretizzava. Mariano IV volle scrollarsi la sudditanza verso Re Pere ed impose le sue mire che per quanto potesse apparire, non erano di espansionismo ma nazionalistiche. La Sardegna, questa era la terra da governare non da dominare e dissanguare con esosi tributi o asportazioni delle quali l’Isola era stata oggetto nei secoli precedenti. Anche i Genovesi erano dell’idea del giudice Mariano, tanto che gli furono alleati, anche se di questo avrebbero avuto beneficio solo i Doria.

Mariano era un giudice, possiamo dire un Re, moderno ed aperto, estremamente colto molto amato dai sudditi e dai sardi “regnicoli”. Fu determinato a porre in atto le sue idee dopo lo sgarbo di Alghero, tolse dallo stemma degli Arborea i pali giallo rossi di Aragona e lasciò solo:”un’arbore virde in campu arbu”, nel 1353 avviò una campagna militare tendente alla conquista della Sardegna. L’ammiraglio Cabrera   con il suo comportamento innescò la scintilla, dopo aver conquistato la città di Alghero invitò Mariano per accordarsi . Mariano rifiutò poiché non si riteneva un vassallo quindi senza vincoli di sudditanza, avrebbe fatto accordi solo “con re o figli primogeniti di re”.

La campagna militare degli Arborea fu molto ben organizzata, anche dal punto di vista economico, fu un successo perché i sardi spesso scontenti del dominio Aragonese  gli erano favorevoli. Conquistò gran parte del meridione dell’isola e venne fermato nella battaglia di Quartu con molto affanno.  

           L’episodio più strano si verificò a Decimo dove il conte Gherardo Donoratico della Gherardesca , che con il conte Berengario Carroz, avevano l’ordine di difendere il possedimento e la Sardegna meridionale, in particolare al Donoratico era stata affidata la difesa di Decimo, fu riluttante nell’attenersi all’ordine. Nel mentre Berengario Carroz aveva dato alle fiamme Capoterra, possedimento della moglie. Nell’entrare a Decimo le truppe di Mariano con 700 cavalieri, comandate dai suoi luogotenenti Pietro de Sena ed Azzone de Buquis, non trovarono resistenza tanto che Gherardo ferito molto seriamente fu catturato da Pietro de Acen (Atzeni) capitano degli Arborea, condotto prigioniero ad Oristano, mentre Berengario fu costretto alla fuga. Il Giudice Mariano IV de Bas Serra signore di Arborea convinse Gherardo alla causa nazionalistica della “Nacion Sardesca”, successivamente liberato, morì per gli esiti della ferita poco dopo.

            Pietro IV d’Aragona detto il cerimonioso, accusò Gherardo di fellonia e gli confiscò tutti i beni. Questo avvenne durante la prima convocazione delle “Cortes” primo parlamento sardo, nel 1355 a Cagliari. Disonorò pubblicamente il Conte Gherardo che venne condannato postumo, poiché morto     prima della convocazione del parlamento.

                        Secondo Giuseppe Meloni nella sua opera “Lo stagno di Decimo e alcuni avvenimenti del medio evo”, il processo intentato contro il Conte Donoratico risultò interessante soprattutto per le testimonianze degli Arborensi. Queste affermano che se il Conte non si fosse arreso Decimo sarebbe stata distrutta. Altri documenti sul processo a  Gherardo sono riportati dal  Loi   nel suo saggio              “Quartucciu nel trecento”.

            Vogliamo riferire quanto Angius riporta nel suo dizionario:”Nell’anno 1353 accesasi la guerra tra Arborea ed Aragona, i capitani di Mariano si portaron sopra Decimo. Eravi a comandar la gente del Re il conte Gherardo Donoratico insieme con Berengario Carroz; e comechè avesse giurato di conservare il luogo raccomandatogli nientedimeno per secreta intelligenza col giudice, quando vide avvicinarsi gli arboresi , né consentì che i decimesi prendessero le arme per difendersi, né volle mettersi in salvo. Ritrovandosi poscia tra gli Arboresi siccome prigioniero di guerra, manifestò ancor più chiaramente sua perfidia studiando di trarre molti primieri e potenti uomini della provincia nella parte del Giudice. Non godè alcun frutto del suo delitto; imperochè morì pochi giorni dopo che fu manomesso; anzi dal re D. Pietro fu fatto processare; e nel general parlamento della nazione celebrato in Cagliari, il suo nome disonorato con infamia dè resi di lesa maestà, e i suoi eredi privati delle fortune che erano state nei medesimi rimesse.”

 Angelo Sanna