PADRE BOY MELIS ANDREA BASILIO ANTONIO DA DECIMOMANNU

Decimomannu, nei suoi millenari anni di storia e di esistenza, ha sempre avuto dei figli meritori.Nessuno di loro è diventato “celebre”seppure le loro personalità siano state importanti e degne di rispetto.Tra i suoi “figli” possiamo ricordare Padre Boy-Melis; Gesuita, Sacerdote e missionario in Africa e Madagascar. La sua memoria può essere onorata, per santità di vita, spirito di sacrificio, intrepido coraggio e carità inesauribile. Fu anche insegnante, medico, civilizzatore e portatore di progresso. Il costante impegno coerente, paziente. Le difficoltà patite per studiare, il raggiungimento di obiettivi culturali, sempre al servizio degli altri, la sua preparazione poliglotta; conosceva il latino, l’italiano, il francese e il malgascio, fanno di questo Decimese un figlio da non dimenticare.

Il sei del mese di dicembre dell’anno 1813 in Decimomannu fu battezzato (l’atto afferma che nacque il giorno precedente), secondo la scheda dell’archivio di Villa San Maurizio (TO) la nascita sarebbe avvenuta il 2 dicembre, il futuro Padre Andrea Boy. A parte quest’inezia, la conferma della figura di P.Boy, che poi aggiunse al cognome quello della madre; Melis (perché lo prendevano in giro), è evidente in tutti i documenti dei quali si dispone.

Atto di battesimo di Andrea Boy Melis: En los seys del mes de diciembre del ano mil ochocientos y treze- Decimomannu:yo Cura bajo firmado desta Parroquial Iglesia bautizè segun el rittual romano a Basilio, Antonio, Andrea, hijo legittimo de los conjuges Francisco Boy y Greca Melis desta dicha villa (naciò el dia antes).Padrinos fueron Basilio Mameli y Geltrud Murenu, ambos de dicha villa y en fè Priamo Pani Cura. ( Dagli atti dell’Archivio Arcivescovile di Cagliari- Quinque libri; Decimomannu- vol.IX – dal 1798 al 1825)

Il Rev.mo Padre Giovanni M. Costa fece pervenire delle notizie che poi il Dr. Mario Pintor utilizzò per un articolo su l’Unione Sarda. Quest’articolo portò a conoscenza la figura del Padre Boy-Melis in modo più completo di alcuni storici come l’Aramu che nella sua “Storia della Compagnia di Gesù in Sardegna” fa notare genericamente… “Fra codesti isolani, più santi che celebri, sono da ricordare il Padre Andrea Boy, missionario nel Madagascar…”

  Queste le note biografiche salienti di Padre Boy-Melis:

-1825 andò a studiare a Cagliari

-1827 fu alunno dei padri Scolopi

-1830 entra nel collegio dei Gesuiti

-1833 3 novembre entra nel noviziato di Chieri

-1835 ottobre insegna nel collegio di Voghera alla quinta elementare. Il 4 novembre il Rettore

           Padre Bergamaschi, riceve i suoi primi voti

-1839 è a Torino, studia filosofia per un anno

-1840 a Cagliari studia magistero per due anni

-1842 ancora a Torino per studiare teologia

-1844 torna a Cagliari e il 20 ottobre 1844 è ordinato sacerdote e diventa “missionario in patria”

          esprimendosi in lingua Sarda

-1846 15/16 agosto completa i voti, in un primo tempo chiede la secolarizzazione (1848), ma poi

         non seguendo i “cattivi” consigli chiede di partire per le missioni estere. La sua destinazione

       era il Madagascar

-1848 All’inizio di quest’anno, che sarà per P.Boy molto “faticoso” sia per motivi politico religiosi

          che per motivi affettivi, la Compagnia di Gesù fu espulsa da Cagliari, il 16 febbraio. I giorni

          seguenti è a Villasor con P. Sordi di Piacenza e con il P. Pietro Piras di Tonara per predicare la

Missione. Ma il 19 i tre padri Gesuiti sono costretti a fuggire, nascosti in un carrettone avvolti   in gabbanella, verso Samatzai dove sono accolti dal sindaco. La domenica 20 celebra la messa nell’altare maggiore, ma è costretto con i suoi colleghi, alla fuga, nel primo pomeriggio, verso        Nuraminis, accompagnato dal padre che lo aveva seguito da Villasor. Gli altri due Padri che erano con lui, fuggono verso Pimentel. Questa fuga fu causata da un “malinteso  ammutinamento del popolo”. L’”odissea” prosegue per tutti i Gesuiti di Cagliari, dei  Padri, Fratelli e Novizi della Casa di San Michele.

Nel mese di luglio Padre Boy si ammala gravemente e fa voto ai Sant’ Ignazio e Francesco Saverio che in caso di guarigione si farà missionario, dato che ebbe l’avviso di partire per la Cina il giovedì Santo. Ma un po’ per la salute, un po’ per non dispiacere in famiglia procrastinò la partenza.

 Dal momento che fece il voto P. Boy, come dice nei suoi appunti: ”Subito dopo fatto il voto mi sono accorto che il male scemò di sue tremende forze e mi parve che una mano invisibile mi togliesse dal corpo un grave peso cominciando dal capo”.

Nel mese di ottobre riceve la comunicazione di prepararsi alla partenza per Marsiglia, con P. Pietro Piras, la destinazione finale sarà Madurè o Madagascar.

Si è già detto che il 1848 per i Gesuiti di Cagliari e P.Boy in particolare, fu molto faticoso. Il 12 novembre gli muore il padre, il 21 dello stesso mese riceve il passaporto e celebra una messa propiziatoria (25 nov.) a Bonaria, il 27 tenta di partire, ma una tempesta la ritarda. Solo alla due della notte la nave poté salpare, ma le peripezie non erano finite, come lui stesso racconta: “ Verso le cinque della sera cominciò una fiera burrasca, che durò tutto il giorno seguente e che dalle Bocche di San Bonifacio ci ha balzati sulle coste di Napoli. Quattro giorni ci abbiamo messo per ritornare in faccia alle dette Bocche, ed otto giorni abbiamo impiegato per passare la Corsica”.

Giunsero a St.Tropez, ma dovettero scendere perché la nave non l’avrebbe più fatta a superare il Golfo del Leone. Furono accolti fraternamente dal parroco e dal vicario. Scrive Padre Boy: “Ci hanno procurato tre nuove camicie, un paio di pantaloni, un mantello e in denaro più di 30 franchi…”. Della notte precedente alla partenza dice: ”Il Vicario, la notte antecedente alla nostra partenza ha voluto in ginocchio, insieme con la madre sua, essere da noi benedetto, e non abbiamo potuto rifiutarci”.

                 P. Boy e P. Piras, si trasferirono in diligenza a Marsiglia, qui passarono il Natale di quel 1848. Il giorno dopo con la stessa diligenza, stavolta però attaccata ad una carrozza a vapore (il meglio della tecnica in quel periodo) proseguirono fino ad Avignone, poi con la sola diligenza andarono a Grenoble a passare l’invern

-1849 il 23 aprile, con la diligenza raggiunsero Dole, ove si fermarono per tre giorni. Qui incontrarono degli esuli Gesuiti, tra i quali il noto P.Pellico (fratello di Silvio Pellico) superiore provinciale. Il 29 aprile giunsero a Parigi. Il 12 maggio ripresero il viaggio, con la carrozza a vapore, e raggiunsero il porto di Le Havre, da qui si imbarcarono con il battello a vapore “Nord” per Cherbourg, luogo per imbarco trans-oceanico.

5 giugno, P.Boy e P.Piras, a questi si unirono i Padri Ferretti e Romani, si imbarcarono sulla”Chandernagor” ma … (sic) non poterono partire per una tempesta. Il Padre Costa osserva: ” davanti a tutte queste contradizioni e avversità di uomini di cose non si trovano nelle annotazioni di P. Boy espressioni di risentimento. E’ evidente che P.Boy possedeva una forza di sopportazione, che è uno dei caratteri spiccati dei Missionari.”

  Il viaggio oceanico fu lunghissimo e durò quattro mesi e 12 giorni, fino alla Reunion, per fortuna si svolse senza brutti incontri, quelli delle navi pirata.

  In quei tempi (1849) non era possibile per i cattolici e soprattutto per i preti, sbarcare in Madagascar. Padre Boy cominciò la sua opera di Missione nelle isole accanto; insegnando, imparando i dialetti e il Malgascio, che poi gli sarebbero serviti 12 anni dopo. Tanto fu il tempo che dovette attendere prima di entrare nell’Isola, e solo dopo che Ramada II divenne re. Il giorno, memorabile 11 novembre 1861 alle otto P. Boy giunse a Tananarivo, dopo due settimane di viaggio compiute a piedi e in filanjana. Del periodo che il Padre trascorre in Madagascar, sette anni, non si hanno molte notizie, gli appunti sono confusi e frammentari, vi sono però alcune descrizioni interessanti di viaggi nelle foreste. Fu comunque incaricato della Chiesa di Andohalo alla morte del P.Webber e poi nella chiesa di Ambohimitsimbina con il titolo di parroco del Sacro Cuore.

  Il 2 gennaio 1868 Padre Boy-Melis colpito da grave malattia, la dissenteria, la stessa malattia che uccise la regina del Madagascar qualche mese dopo, muore. Dopo tre settimane di sofferenze. Prima di morire disse ai suoi confratelli: “ Offro il sacrificio della mia vita per la Chiesa, per la Compagnia e per questa Missione”. Quindici ore dopo Padre Andrea Boy-Melis spirava. Aveva 54 anni, 34 dei quali passati nella Compagnia di Gesù.