SINDACO GIOVANNI SCHIRRU - NOTAIO

  La figura del Sindaco Giovanni Schirru (Notaio), da quanto si può desumere dagli atti consolari del 14 e 15 giugno 1863, è degna d'onore.

La situazione igienica del paese era certamente pessima, se il sindaco quasi implora il consiglio di riconoscere la necessità di bonificare il paese. Le strade erano poco praticabili, si chiede di selciarle e fare in modo che la situazione, prettamente igienica, migliori. Questo signore si preoccupa talmente di migliorare le condizioni del paese che arringa il Consiglio, solleccitandolo in tutti i modi. Addirittura il suo discorso va a richiamare l'attenzione sulla "conservazione dell'essere, primo bene dell'uomo" .Chiede ai cittadini di tassarsi e per essere convincente da garanzie per il futuro. Si fa carico di assistere e suffragare per causa di qualche imprevisto accidente una famiglia qualunque, prelevando "qualche piccola quantità" dai meno bisognosi, ”e perché nessuno si dolga principierò da me stesso”. Sensibilizzò anche l'orgoglio dei Decimesi citando ad esempio paesi vicini, che già avevano risolto questo problema."Signori, molti villaggi hanno capito questa importanza, e specialmente Samatzai, Monastir, Nuraminis, Ussana e noi che possiamo vantarci di non minor interessamento, non rimarremo in questo stato anormale, in cui siamo, e sempre siamo stati". Propone anche per la realizzazione del progetto il reperimento dei fondi, vendendo ettolitri di grano, riscossi dagli interessi della vendita o prestito agli agricoltori. Prevede la soluzione del problema nel giro di un quinquennio, dichiarandosi certo che quanto rimarrà al Monte granatico sarà sufficiente per i bisogni del seminativo.Alla fine il consiglio approvava e deliberava di vendere 30 ettolitri di grano per realizzare il progetto di bonifica, e di comandare i cittadini per trasportare le pietre.

Altro intervento fu fatto, dal Sindaco Schirru, quando si trattò di decidere il passaggio della ferrovia in Decimo. Tutta una serie di fattori contribuiva a far si che fosse molto preoccupato. I riferimenti erano per quanto successo nel passato e per quanto poteva accadere in futuro. Dato che già avevano accolto nel fiume che da Samassi si riversava poi a Decimo, le acque di "Stani" (stagno) Sanluri. Acque spesso turbolente ed a carattere torrentizio che creavano problemi. In special modo a Decimo dove c'era la concentrazione di tutti i fiumi, anche se la confluenza, non lontana, era a Sologaj (Assemini). Il Sindaco Schirru, talmente preoccupato che era disposto a farsi carico, presso la società che costruiva la ferrovia, di un indennizzo.

In quel periodo le casse del paese erano vuote, dato che oltre al Municipio (1857) era stata costruita anche la casa della Giudicatura (1861)   che aveva sommato 8000 Lire di debiti.

In ogni modo tanto e tale era il timore che in consiglio il sindaco cosi si esprimeva: "…a sacrificare una somma, piuttosto che andare incontro alla nostra totale rovina". Propone quindi di offrire alla Società 5250 Lire, pagabili in sette anni a rate uguali. Naturalmente a condizione che la ferrovia passi lontano dall'abitato del paese, e "nulla si faccia nella zona di Sologaj di Assemini, che possa inceppare il corso delle acque".

La ferrovia, come sappiamo tutti, sì fecce. Ma ciò che dobbiamo mettere in risalto, da questi fatti, è la personalità del Sindaco Schirru. L'amore per la sua gente, la mentalità progressista, lo spirito di sacrificio e di solidarietà, schierandosi in prima persona. Fa perno anche sul sentimento di emulazione ed invita i concittadini a non essere secondi a nessuno.

Di queste figure si ha sempre bisogno. Anche ai nostri giorni il comportamento del sindaco Schirru sarebbe stato gradito ed approvato dalla popolazione.